domingo, 22 de setembro de 2013

Naturalismo e Verismo

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Gli intellettuali di fronte alla modernizzazione

Nonostante ritardi e limiti, la modernizzazione arrivò in Italia negli anni '70 e '80 dell'800, portando anche l'industrializzazione. Se per noi, oggi, questo non è tanto rilevante, per chi viveva in quell'epoca invece ha avuto una grande importanza. Così le idee correnti tra scrittore e uomini di cultura naturalmente si ispirarono alla nuova realtà economica e sociale che si affemava.

Quindi, c'erano tre tipi di atteggiamenti degli scrittori dell'epoca:
1) Un'atteggiamento apologetico, che credeva che la modernità fosse la realizzazione del progresso.
2) Un'atteggiamento di rifiuto romantico, che credeva necessario un riscatto dei valori del passato.
3) Un'atteggiamento che non esalta e non condanna, ma cerca un rapporto conoscitivo e di indagine della realtà, senza slanci verso il futuro e nè verso il passato.

Il posivitismo

L'atteggiamento apologetico è tipico della cultura positivistica che si diffuse nell'opinione pubblica dell'epoca. La cultura positivistica si affermò prima in Europa in paesi più economicamente sviluppati come Inghilterra, Francia e Germania, e nella seconda metà dell'800 arrivò anche in Italia. Essa ha le sue basi nel capitalismo industriale che si verifica nel corso del secolo e dei cambiamenti sociali, nei modi di vita e nella mentalitá che esso produce.

L'espansione della produzione e lo sfruttamento delle risorse hanno bisogno della conoscenza scientifica e dell'applicazione tecnologica. Ci sono in questo periodo importanti scoperte scientifiche in campo temodinamico, chimico, biologico, fisiologico nonché le applicazioni del vapore e dell'elettricità. Il treno, il mezzo di trasporto della Rivoluzione Industriale divenne nell'immaginario collettivo il simbolo della modernità. Ci fu anche una maggiore diffusione dell'istruzione, perché benché l'industrializzazione porti benessere, porta anche una maggiore esigenza di conoscenze per il suo sviluppo.

Il mito del progresso 

L'espansione industriale e lo sviluppo della scienza e dell tecnica portano alla fiducia entusiastica nelle forze dell'uomo e nelle possibilità del sapere scientifico e tecnologico. L'ottimismo si traduce nel culto della scienza. Il positivismo propone come figura mitica lo scienziato, accanto a figure come il medico, l'ingegnere, il capitano d'industria e anche il maestro, visto come colui che trasmette conoscenza. 

L'esaltazione della scienza posa su alcune basi:
1) Si crede che l'unica conoscenza vera sia quella scientifica, e l'unico metodo valido sia quello della scienza.
Per questo si tende al rifiuto di qualsiasi visione religiosa, idealistica, metafisica della reltà. Solo quello che è legato alle leggi materiali, fisiche, biologiche, chimiche e che può essere dimostrato sperimentalmente è reale.
2) Il metodo della scienza deve essere esteso a tutti i campi. Nessun aspetto del reale deve restare fuori dell'indagine scientifica. Così come essa si esercita con i fenomeni naturali, deve esercitarsi sull'uomo e la società, sui suoi sentimenti, pensieri, arte, e cultura.
3) La scienza ci da degli strumenti per poter conoscere il reale e così dominarlo. Di qui la fede positivistica nel progesso, che è garantito dalle conquiste scientifiche in ogni campo che consentono di dominare la natura e fare un mondo più giusto, diminuendo i mali fisici e sociali, portando benessere e la crescita della civilizzazione. 

Nostalgia romantica e rigore veristico

Questa concessione nonostante fosse egemone non dominava completamente il quadro culturale, perché in ogni epoca ci sono delle contraddizioni e tedenze molto diverse e contrastanti.

Per esepmio, gli esponenti della scapigliatura milanese hanno un atteggiamento ambivalente verso la modernità, perché da un lato vogliono cantarla come reale, ma sono nostalgici dei valori del passato e la bellezza che il progresso distrugge. 

Il rappresentante più attivo del terzo ateggiamento è Verga, in cui sopravvivono anticapitalismo e antimodernismo romantici, che si vedono nel vagheggiamento del mondo arcaico della campagna, sede di una genuinità e di innocenza primordiali. Dall'altra parte, però si afferma in Verga una visione naturalistica della realtà, che lo fa studiare con rigore impassibile i meccanismi della lotta per la vita in tutti gli ambienti sociali, a porsi davanti alla modernizzazione con un rapporto conoscitivo.

La Scapigliatura

Il termine "scapigliatura" fu porposto da Cleto Arrighi per tradurre bohème, e passò a designare un gruppo di scrittori attivi principalmente a Milano, insofferenti per la letteratura e a mentalità contemporanee dimostrando il tipico contrasto romantico tra intelettuale e società borghese.

Avevano un'atteggiamento ambivalente davanti alla modernità, che al loro vedere emarginava l'intelletuale e esaltava il progresso e il profitto. Così, anche se rifiutano tale modernità in favore dei valori del passato, si pongono come cantori del vero utilizzando il metodo scientifico del Positivismo. Dal romanticismo prendono invece il gusto per il macabro, la tematica dell'irrazionale e il culto estetizzante dell'arte.

Il naturalismo Francese
I fondamenti teorici

Gli scrittori veristi italiani si sono ispirati, anche con qualche divergenza, dal Naturalismo, sorto in Francia negli anni 70 dell'800. Il retroterra culturale e filosofico del Naturalismo è il positivismo.

Il pensatore da cui derivano le teorie e le formule del Naturalismo è Hippolyte Taine, e cui teorie erano già conosciute negli anni 50 e 60 e che credeva a un rigoroso determinismo materialista, dicendo que anche i fenomeni spirituali erano prodotti dalla fisiologia umana ed erano determinati dall'ambiente in cui l'uomo viveva. Taine stesso, como critico utilizzò le sue teorie in letteratura, volendo che essa diventasse uno strumento per l'analisi scientifica della realtà, attraverso principalmente il principio deterministico dell'influenza della razza, dell'ambiente e del momento storico.

I precursori

In un saggio, Taine aveva già messo come uno scrittore-scienziato Honoré de Balzac, autore di un quadro della società francese dell'epoca della Restaurazione nella Commedia Umana. Era importante per la sua analisi quasi da anatomista e chimico della natura umana. Accanto a Balzac, furono anche ispiratori del Naturalismo gli scrittori realisti deglia anni 50 come Gustave Flaubert per la sua teoria dell'impersonalità. Infatti lui diceva che lo scrittore doveva essere come Dio nella creazione, onnipotente ma invisibile, da essere sentito sempre, ma visto mai. E che le arti dovevano elevarsi al di sopra dei sentimenti personali, e che era già tempo di darle una precisione come quelle delle scienze fisiche. C'erano anche i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, importanti perché costruirono i loro romanzi nella base di una documentazione minuziosa degli ambienti sociali, di una nuova preocupazione coi cti inferiori e con l'attenzione a episodi di degradazione umana e casi patologici.

La poetica di Zola

Queste esigenze di trasformare il romanzo in un modo di indagine scientifico ebbe come uno dei maggiori rappresentanti Emile Zola, che riprese la realtà anche nelle sue forme più crude in modo da essere considerato un caposcuola.

Le concessioni che stanno alla base della sua narrativa si presentano nell'opera "Il Romanzo Sperimentale" del 1880. Zola sostiene che il metodo sperimanetale delle scienze, usato prima in corpi inanimati (chimica e fisica) e poi animati (fisiologia) doveva estendersi allora anche allo spirituale, cioè alla sfera intelettuale e sentimentale dell'uomo. E poiché letteratura e filosofia si occupano di questi campi, esse dovevano entrare a far parte delle scienze e utilizzare il metodo sperimentale. Da qui "romanzo sperimentale": si presente al pubbico una storia come uno sperimento scientifico.

I presupposti di queste teorie sono che le qualità spirituali sono un dato di natura come quelle fisiche, e le leggi deterministiche controllano il fisico umano cosí come i pensieri e i sentimenti. Il romanziere-scienziato ha allora il compito di osservare un temperamento e metterlo in un certo ambiente e vedere i suoi sviluppi e l'influenza di questo ambiente sociale, capace di modificare aspetti della vita individuale.

La conclusione di questo pensiero di Zola è che il fine della scienza sperimentale è fare l'uomo impadronirsi delle risorse e dominarle, e così è vicino il compito del romanzo sperimentale: impdronirsi dei meccanismi psicologici dell'uomo e poi, a livello individuale e sugli ambienti operare quanto necessario per il miglioramento della società; Lo scrittore ha allora il compito di aiutare le autorità politiche ed economiche a capire i movimenti sociali e costruire una migliore società. Alla base del romanzo sperimentale di Zola c'è una concessione progressista della società e della funzione dello scrittore che ha un compito sociale e politico.

Gustave Flaubert

Nato nel 1821 a Rouen, in una famiglia borghese (il padre era chirurgo). Negli anni del liceo ha letto moltissimi libri (Cervantes, Shakespeare, Byron), molti di ispirazione romantica, che poi l'autore rifiutò per motivi stilistici, ma continuò ad avere un importante parte nella sua personalità.

Tra i 18 e 22 anni cominciò a scrivere le sue opere, piene della passionalità giovanile, ma che già avevano slanci della sua fasi più matura. Poi si trasferí a Parigi dove cominciava a studiare diritto, ma siccome preferiva stare nell'ambiente letterario, uscì dall'Università, anche a causa di disturbi nervosi che lo accompagnarono per tutta la vita. Nel 1846, dopo la morte del padre e della sorella passa a vivere da solo in una casa di campagna a Croisset. Stringe una relazione con la scrittrice Louise Colet con ui scambia bellissime corrispondenze. Si delinea anche la sua poetica: rifiuta ogni lirica di tipo romantico, cerca la rigorosa impersonalità, uno stile perfetto che attraverso l'uso della parola giusta faccia le cose parlare da sé stesse, senza bisogno della mediazione dello scrittore.

Tra il '45 e il '51 viaggia con un amigo in Grecia, Italia e Medio Oriente. Poi si chiude nella sua residenza dove si dedica alla scrittura, e passa intere giornate lavorando su una frasi, cercando la parola giusta o la giusta cadenza musicale.

Dal '51 comincia a scrivere Madame Bovary, ispirata a un fatto di cronaca, che ha grande successo. Subsice un processo per immoralità ma viene assolto.

Nel 1880 scrive "Il Romanzo sperimentale". Muore nello stesso hanno per emorragia cerebrale.

Madame Bovary
La vicenda

È la storia di Emma, una ragazza di provincia, che sposa Charles Bovary, un ufficiale sanitario, di personalità mediocre. Emma, a causa degli innumerevoli libri che ha letto, sogna con una vita lussuosa, piena di amori passionali e sentimenti sublimi, e trova delusione nel matrimonio e nella vita provinciale a Tostes. Però il marito decise di trasferirsi, a causa della sua salute, senza accorgersi dell'insofferenza di Emma.

Nell'altra cittadina Emma soffre lo stesso per la noia della vita di campagna e per gli abitanti meschini della città come il farmacista Homais, democrata e entusiasta del progresso. Però trova un'anima gemella in Léon, un giovane notaio, anche lui infelice per la vita di campagna e intraprende con lui una relazione platonica. Ma quando Léon parte, cade di nuovo nella noia e diventa una preda facile di un dongiovanni, Rodolphe, ricco proprietario della regione, che la delude.

Quando torna Léon, allaccia con lui una relazione recandosi fino a Reuen per incontrarlo. Però cade presto di nuvo in delusione. Comincia a vivere una vita stravagante e s'indebita con un usurario. Chiede aiuto agli ex amanti in vano, e la situazione precipita con il sequestro giudiziario. Emma allora prende del veleno e muore. Charles, innamorato della moglie al suo proprio modo, rimane sconvolto e conduce una vita solitaria. Muore con una ciocca dei capelli di Emma in mano. Il romanzo di chiude con iil trionfo del farmacista Homais, simbolo della stupidità borghese, soddisfatto di sé per aver ricevuto la Legion d'onore (come un MBE).

Emma strumento e oggetto di critica

Madame Bovary è un'opera complessa. Emma, in essa, con i suoi sogni di una vita diamica, lussuosa e con sentimenti sublimi e nobili è una forma di contestazione della realtà borghese provinciale, e oggettivamente a una funzione critica: la sua noia fa affiorare tutte le negatività dell'ambiente in cui vive, dimostrando il bisogno di un rinovamento, di un'alternativa, di qualcosa di autentico.

Soggettivamente, anche lei partecipa alla stupidità. I suoi sogni romantici provengono dai libri e sono sempre gli stessi trasportati dai personaggi dei libri alla sua vita, in un livello di mediocrità borghese. Non è poi tanto diversa del farmacista Homais, che rappresenta la stupidità della borghesia soddisfatta. Così romanticismo degradato e stupidità borghese sono usati uno contro l'altro da risaltare i difetti dei due. L'autore ha un atteggiamento estremamente problematico.

La costruzione narrativa

Questo atteggiamento problematico si riflette anche nella costruzione della narrativa. Madame Bovary inaugura un nuovo modo di scrivere nell'800 e fa tramontare il romanzo "autorale", in cui l'autore è onnisciente, e da i suoi giudizi, commenti, spiegazioni nella storia, tipici di Scott, Manzoni, ecc.

Nel romanzo di Flaubert, il narratore è praticamente invisibile, secondo il criterio di impersonalità, rinuncia ai suoi interventi, e per lunghi tratti leggiamo solo il resoconto parziale e limitato di ogni personaggio, e non sappiamo di quello che anche lui o lei non sa. Lo strumento principale di questa focalizzazione è il discorso indiretto libero, che diverrà molto utilizzato per tutto l'800. In questo modo non sappiamo mai se la prospettiva del personaggio corrisponda o no a quella dello scrittore. Per questo Flaubert fu accusato di immoralità, perché a lui furono attribuite le idee di Emma.

TESTI PAGINA 69 "I SOGNI ROMANTICI DI EMMA" E PAGINA 81 "L'ALCOL INONDA PARIGI"

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