I territori dell'ex-Impero ottomano(Fine I Guerra, Dichiarazione Balfour, Mandati e Risveglio del Nazionalismo Arabo).
La questione coloniale entrò nei trattati con la sistemazione delle colonie tedesche affidate alla Francia e al Regno Unito, oltre che delle aree dell'ex-Impero Ottomano in Medio Oriente.
Il nazionalismo antiturco era stato agitato dagli inglesi, che durante la I Guerra Mondiale avevano promesso all'emiro Hussein, custode della Mecca, la creazione di uno Stato arabo indipendente. Allo stesso tempo, aveva concordato con la Francia la spartizione in due aree d'influenza della Mesopotamia, e appoggiato per motivo economici il movimento sionista, promettendo con la Dichiarazione Balfour (1917) di creare uno Stato ebraico in Palestina.
Dopo la guerra, gli accordi di pace hanno messo sotto il mandato del Regno Unito L'Iraq, La Palestina e La Transgiordania, mentre sotto il mandato francese c'erano Libano e Siria. Il mandato, costituito temporaneamente della Società delle Nazioni serviva a preparare le popolazioni, non in grado di governarsi sole, all'indipendenza e all'autogoverno. Ma in realtà Francia e Regno Unito hanno approfittato per estendere la loro influenza politica e economica nel Medio Oriente. Il principio di autodeterminazione era stato negato, e per questo c'erano state rivolte nella Siria, Iraq e Palestina nel 1920-1921.
Il crollo dell'Impero Ottomano offrì occasione al risveglio del sentimento nazionale arabo che poteva adesso rivolgersi contro il dominio europeo. Il primo risultato del movimento fu l'indipendenza formale dell'Egitto nel 1922, dopo essere stato sotto dominazione inglese dal 1882.
Le origini della questione palestinese
Dopo la I Guerra Mondiale, Il Regno Unito tentò di assicurarsi il dominio della regione mediorientale, ricca di petrolio e aperta ad altre influenze una volta caduto l'Impero Turco. Per questo, aveva cercato di ottenere l'appoggio delle parti interessate e condotto una politica piena di contraddizioni. Al movimento sionista, per esempio, aveva promesso la costituzione di uno Stato ebreo in Palestina, mentre al movimento nazionale arabo, aveva promesso la costituzione di uno Stato arabo sovrano.
Alla fine della guerra, anche gli interessi francesi sono stati messi in gioco, e così furono istituiti mandati sulle popolazioni arabe che videro le loro aspirazioni nazionali negate.
La questione palestinese, il difficile rapporto tra ebrei e arabi, fu subito centrale. Il Trattato di Versailles assgenò al Regno Unito il mandato sulla Palestina, e all'inizio non ci furono problemi con l'immigrazione ebrea provocata dalla Dichiarazione Balfour, perché il governo inglese garantiva diritti sia a ebrei che agli arabi che erano la maggioranza. Ma dopo il 1933, con l'avvento del nazismo, l'immigrazione aumentò e incentivò i sionisti a rafforzare le richieste. Però con l'avvicinarsi della II Guerra Mondiale, Il Regno Unito perse d'occhio la questione palestinese, e siccome era più preoccupato nel mantenere le risorse di petrolio sotto suo controllo, lasciò dimenticata la construzione dello Stato ebraico e cominciò a addottare nuove restrizioni per l'immigrazione in Palestina.
La Dichiarazione Balfour
La Dichiarazione Balfour, fatta dal governo britannico nel 1917 costituisce la radice dello scontro tra arabi e ebrei che perdura fino ai giorni d'oggi. Il primo ministro Arthur James Balfour, durante la I Guerra Mondiale si dichiarò in nome del "Governo di Sua Maestà" favorevole "lo stabilirsi in palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico", garantendo tra l'altro che non ci sarebbero danni ai "diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche" che vivevano lì. Tale interesse, come lo dimostra chiaramente la lettera inviata dal Primo Ministro al Capo della Federazione Sionista britannica, era economico, una volta che tale capo era nientemeno che membro della famiglia di banchieri Rothschild.
La nascita dello Stato di Israele
La fine della II Guerra Mondiale riportò la questione della creazioni di uno Stato ebraico in Palestina. A convincere l'opinione pubblica dell'Occidente della necessità degli ebrei di avere una sede propria fu la Shoah. Contrario era il Regno Unito, che era invece favorevole alla costituzione di uno Stato palestinese unitario con popolazione maggiormente araba (1.2 milioni) e di minoranza ebraica (500 mila). Un appoggio decisivo era però quello degli Stati Uniti: Truman aveva capito l'enorme potere elettorale delle communità ebraiche americane.
1.1 Risoluzione 181 Spartizione della Palestina in Stato Arabo e Ebraico. |
Nel 1947 fu Elaborato un Piano dell'Onu da 11 paesi indipendenti che proponeva la fine del mandato britannico in Palestina e la costituzione di due Stati: uno ebraico e l'altro arabo con Gerusalemme sotto amministrazione internazionale. Gli arabi respinsero, gli ebrei accettarono, e favorevoli erano gli Stati Uniti e l'URSS.
Davanti alla prospettiva di spartizione della Palestina, il Regno Unito renunciò unilateralmente al mandato e dichiarò di evacuare civili e truppe.
L'ONU votò la Risoluzione 181 (immagine 1.1) che stabiliva i confini del nuovo Stato arabo e di quello ebraico.
Appena le truppe inglesi lasciariono il paese, nel 14 Maggio 1948 David Ben Gurion dichiarò la nascita dello Stato di Israele e un'alleanza tra Egitto, Iraq, Siria, Libano e Giordania attacò. Israele passò all'offensiva, e occupò oltre ai territori assegnati dall'ONU, metà di quelli assegnati agli arabi e l'altra metà dei paesi arabi confinanti che erano intervenuti.
700 mila rifugiati palestinesi si ritirarono allora nella Stricia di Gaza, il Giordania e Libano. La Prima Guerra Arabo-Israeliana si era conclusa con la vittoria del nuovo Stato di Israele.
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